Eagles (Aquile - 10 Dollari)

Sebbene spesso si presuma che la parola "Eagle" (Aquila) sia un nomignolo per le monete americane in oro, fu lo stesso Mint Act a designare con questo termine la moneta da 10 dollari e i suoi sottomultipli.

Coniata per la prima volta nel 1795 su disegno di Robert Scot, la moneta da 10 dollari costituiva la base della monetazione aurea statunitense. Il Mint Act stabiliva che tale moneta dovesse avere un peso di 270 grani (circa 17,50 grammi) per un diametro di 33 mm. e una finezza di 916,70 millesimi. Con tali caratteristiche, però, la "Eagle" fu coniata soltanto fino al 1804 (modelli "Capped Bust-Small Eagle" e "Capped Bust-Heraldic Eagle), dopodiché la produzione venne sospesa. Quando ricominciarono le coniazioni, dopo un intervallo durato ben 34 anni, peso, diametro e finezza della moneta erano stati ridotti: 16,718 gr. e 27 mm., per una finezza di 900 millesimi. Con queste caratteristiche la "Eagle" sarà coniata dal 1838 al 1933, nei due modelli disegnati da Christian Gobrecht (Liberty Head, 1838-1907) e Augustus Saint-Gaudens (Indian Head, 1907-1933).

Il 9 marzo 1933, l' "Emergency Banking Bill" emanato dal Presidente Franklin D. Roosevelt (trasformato nel 1934 nel "Gold Reserve Act") ordinava l'interruzione della produzione di tutti i nominali in oro, e la restituzione da parte dei cittadini delle monete e delle banconote "Gold Certificates" al governo, in cambio di banconote federali. Erano già state coniate 312.500 monete da 10 dollari, che non entrarono mai in circolazione: la maggior parte venne rifusa e trasformata in lingotti. Oggi si ritiene che siano sopravvissuti all'incirca 37 esemplari (tanti sono quelli certificati da NGC e PCGS), tutti in altissima conservazione, ognuno dei quali ha un valore di centinaia di migliaia di dollari.